sabato 29 agosto 2015

PHOTO GUIDA: ISOLA D’ELBA E CAPRAIA

testo e foto Paolo Meitre Libertine


Una guida fotografica di moderna concezione deve avere una serie di caratteristiche precise.
Riportare innanzitutto i dati salienti e le coordinate fotografiche e geografiche di ogni scatto.
Fornire suggerimenti rapidi e precisi per migliorare tecnica di ripresa, inquadratura, punto
di vista, interpretazione della luce.
Una guida, in una parola, per ottimizzare le trasferte di quanti, arrivando sul posto,
intendono trovare subito gli spot migliori.

Le pagine di questa guida sono dedicate a chi ama l’avventura e l’azione.
 Agli appassionati dell’immagine, con un occhio capace di scandagliare gli abissi e abbracciare la natura.
Ogni fotogramma è una sfida avvincente, un viaggio esaltante, un’esperienza sensoriale nell’arcipelago toscano.
Una guida dai forti contrasti e dalle intense emozioni, che getta luce su angoli nascosti, apre squarci all’orizzonte e cattura luoghi incredibili di una terra ricca di fascino e mistero.  (E.Roncalli)



Per realizzare questa guida sono partito dall’Elba alla scoperta delle Miniere di Rio ricche di laghetti con le acque dai colori del ferro, per arrivare alla terra rossa del Calendozio all’interno delle antiche miniere a cielo aperto.
Sono sceso poi a meno 54 metri nella Miniera del Ginepro a Punta Calamita.
Per arrivare nel  territorio incontrastato dei mufloni infine ho preso la strada che porta alla costa ovest a Piane al Canale,.
Chiuse poi le reflex dentro lo scafandro ho preso la strada che porta a Pomonte, sulla spiaggia dell’Ogliera. Quella di Pomonte è una delle poche immersioni effettuabili all'Elba senza l'utilizzo di un'imbarcazione.
Con i miei collaboratori siamo partiti dalla spiaggia in kayak, per raggiungere il vicino scoglio dell'Ogliera
dove sul lato sinistro è adagiato, su un fondale a 12 metri di profondità, lo scafo della nave Elviscot
affondata nel 1972 a causa di una violenta mareggiata, che la spinse contro le rocce della costa.
La prua del relitto è deteriorata dall’usura del mare mentre la poppa giace in buone condizioni.
I riflessi di luce, che i raggi del sole producono penetrando dagli oblò, creano effetti suggestivi
per interessanti immagini fotografiche.
L'esplorazione del relitto è facile grazie alla ridotta profondità che dona luminosità e trasparenze.
Una splendida immersione alla portata di tutti.
Ho fotografato scendendo in apnea.

Altri spunti interessanti per realizzare delle buone foto, si possono trovare al Fosso della Nevera, un piccolissimo spot che si trova sulla strada che porta da Monte Perone a Sant’Ilario, dove scorre un piccolo ruscello su massi completamente ricoperti da un muschio verdissimo.
Per ottenere ottimi scatti, consiglio di venire a fotografare nel mese di aprile, per essere sicuri di trovare ancora l’acqua corrente.  Più avanti nel tempo, si corre il rischio di trovare il letto del ruscello completamente secco.

Partendo da Marciana alta, si sale per poi ridiscendere al Cotoncello , una baia nelle vicinanze di Capo Sant’Andrea. Questo è uno spot che in primavera regala colori di magiche fioriture mediterranee sulle bianche scogliere. Il periodo migliore è solitamente il mese di maggio.
Di particolare interesse per gli amanti delle fioriture, la zona che porta da Capoliveri in direzione
Punta Calamita, dove esiste una grande varietà di orchidee autoctone spontanee.




Capraia è una delle mete più ambite in Italia dagli appassionati di attività subacquee.
Fondali chiari e acqua cristallina fanno sì che ogni immersione sia sempre divertente e
ricca di spunti.
L’isola si trova al centro del Santuario dei Cetacei, fulcro e perla del Parco Nazionale dell’Arcipelago
Toscano, immersa nell’area marina protetta più grande d’Europa.
A dispetto delle sue dimensioni, offre anche ottimi percorsi di trekking e innumerevoli spunti
fotografici.
Nel suo interno montuoso, che presenta valli, gole e vette, i sentieri risultano agibili ad ogni tipo
di camminatore: dalla breve passeggiata all’escursione più lunga ed impegnativa.
Sia dal paese che dal porto si può accedere facilmente a percorsi affascinanti e interessanti
sotto diversi aspetti, soprattutto peri fotografi, itinerari che offrono un misto di suggestioni tra natura e
storia.
Iniziando dalla Fortezza San Giorgio e dalle torri erette a difesa dai pirati saraceni  che ormai si fondono
in armonia con le tracce di antiche colture e di moderni vigneti.
Proseguendo si incontrano aspri paesaggi che si aprono su panorami resi imponenti e solenni da scogliere e strapiombi.
L’orizzonte regala una vista sul profilo delle vicine Corsica, Elba e delle altre isole dell’Arcipelago toscano.

Capraia è anche un’importante tappa naturalistica per molteplici specie migratorie e regala avvistamenti
anche rari e ottime opportunità per birthwatcher e fotografi .
Qui vive anche il gabbiano corso, una specie a rischio di estinzione.
I percorsi principali tracciati, portano allo Stagnone e al Monte Penne.
Questa zona si presta particolarmente per realizzare immagini panoramiche.
Da qui si prosegue in discesa verso Punta Zenobito.
Dopo circa un’ora di macchia mediterranea davanti agli occhi, si contempla uno spettacolo surreale.
sembra di arrivare al centro della Terra:  Il cuore del cratere di Cala Rossa.

Sul campo, abbiamo praticamente scattato dall’alba al tramonto cercando di sfruttare tutte le ore del giorno.
Alzandoci all’alba (che significava alzarsi e partire quando fuori ancora era buio), abbiamo camminato e scattato sulla terraferma fino a circa le ore 11, per tornare poi al porto dove c’era la barca ormeggiata ad aspettarci per le immersioni al largo .
Abbiamo deciso di scendere in mare per fotografare a quest’ora, per ottimizzare i tempi.
Cercando di sfruttare la luce alta (generalmente e notoriamente la peggiore per scattare sulla terra), perfetta per fotografare in acqua.
Sfruttandola appieno con il sole allo zenit:  la luce diretta entra a picco nel mare penetrando fino ad illuminare in profondità anche per diversi metri.
In questo modo ho potuto fotografare senza utilizzare illuminatori utilizzando la luce naturale.
Abbiamo scattato in mezzo a un gruppo di scogli denominati Le Formiche che ci è stato consigliato
dagli amici di Capraia Diving.
Questo si è rivelato uno spot particolarmente interessante, per alcuni passaggi tra gli strapiombanti scogli che partono da un fondale di circa venti metri per emergere di circa un metro; una posizione ideale per un nido di cormorano.



Dietro gli scatti
Su Capraia ho lavorato per 4 giorni.
L’attrezzatura fotografica è quella
che utilizzo abitualmente:
- 3 copri macchina  Nikon
e due scafandri Nimar, con vari obiettivi.
- A terra principalmente utilizzo il
Nikon 70-200mm f/2,8 e l’ AF-S DX
Nikkor 24-70mmm f 2,8.
- Prevalentemente, in acqua utilizzo
l’AF Nikkor 20mm f/2,8 o il fisheye
Nikkor 10.5mm f/2.8 ED.




Organizzazione

Quando si lavora lontano da casa, bisogna cercare di essere autonomi in ogni situazione, quanto più possibile.
Quando per un motivo o per l’altro non si è  in grado di occuparci completamente della nostra trasferta, si ricorre a preziose, se non fondamentali, collaborazioni sul posto.
Generalmente, quando programmo un workshop o quando devo accompagnare fotografi o trekker in escursione, effettuo uno o più sopralluoghi, per verificare lo stato dei sentieri o semplicemente per provare l’itinerario.
In gergo, faccio un pre-scouting (termine che ho imparato ai tempi incui ho seguito il Camel Trophy) per
poter prevedere il più possibile eventuali imprevisti generalmente causati dalle condizioni atmosferiche, sperimentando eventuali  itinerari o un programma alternativo.
Per questo motivo mi muovo con largo anticipo, per organizzare un uscita in barca piuttosto che per documentarmi sui sentieri e sulle zone più interessanti.
Prima di partire, mi documento sugli itinerari che andrò a percorrere cercando  di raccogliere la documentazione relativa al periodo migliore dell’anno per effettuare la trasferta.
Nel caso dell’isola d’Elba per esempio, mi sono organizzato assieme ad alcune guide del posto,
per organizzare riprese nella macchia mediterranea stilando una specie di tabella di marcia giornaliera, con delle varianti rivedibili giorno per giorno per adeguare il programma alle condizioni climatiche.
Nelle giornate di sole erano previste le uscite in mtb o trekking a cielo aperto per scattare con la luce del mattino e della sera.
In questo modo ho potuto sfruttare la luce del sole più alto per scendere a fotografare in acqua. Nelle giornate di pioggia o di cielo coperto, avevamo preventivato di scendere nelle miniere.


Attrezzatura da viaggio e work flow in trasferta

Lavorando all’aria aperta e di solito restando fuori anche per diversi giorni, dobbiamo portarci dietro, io ed i miei collaboratori, molta attrezzatura raccolta in pochissimi bagagli.
Per il trasporto senza dubbio la scelta ricade su di uno zaino fotografico capiente, all’interno del quale sistemiamo, oltre all’attrezzatura fotografica necessaria (che deve essere scelta accuratamente per risultare la più versatile e utile per la maggior parte delle situazioni, evitando di portare materiale in eccesso per limitare il peso) anche il necessario per coprirci e alimentarci.
Quando poi si fotografa in acqua, bisogna prevedere uno spazio ulteriore per trasportare innanzitutto gli scafandri (1 valigia), e tutte le eventuali attrezzature per l’immersione.
Ad esempio alcune mute di diverso spessore per le eventuali differenze di temperature dell’acqua.
Generalmente porto con me due mute lunghe, a meno che non si effettuino delle immersioni
in mari caldi.
In questo caso porto una muta lunga leggera ed una corta. Inoltre pinne, maschera e boccaglio.
Non utilizzo bombole e attrezzature da immersione profonda, in quanto fotografo in apnea o facendo
snorkeling e principalmente a pelo d’acqua sfruttando la sola luce del sole e senza l’ausilio di illuminatori
aggiuntivi.

Porto con me inoltre, tutta l’attrezzatura per visionare, scaricare ed archiviare le immagini.
Personalmente utilizzo un pc portatile e due hard disk esterni autoalimentati.
Il mio work flow, quando lavoro in trasferta, è organizzato in questo modo:
Alla sera, quando torno in albergo o in casa, inizio a scaricare le schede sul pc.
Successivamente controllo con Adobe Bridge le anteprime delle immagini scattate alle quali applico una
prima scrematura.
Solitamente salvo con la prima scelta solamente le immagini che mi convincono.
Per esempio: di una sequenza, utilizzo solo le immagini con la posizione o l’espressione
del volto del soggetto migliore, scartando tutte quelle che invece hanno qualche piccola imperfezione.
Pertanto consiglio di eliminare subito le immagini che ci creano anche solo alcuni dubbi.
Una foto che non ci convince subito, non ci convincerà nemmeno in un secondo tempo.

Suddivido poi gli scatti migliori  in cartelle con questo metodo:
- Cartella generale, per esempio con dicitura Capraia 2015.
- All’interno creo delle sottocartelle nominate: Giorno 1, giorno 2, ecc.
Salvo all’interno di queste sotto-cartelle, i file ai quali ho applicato alcune
parole chiave contemporaneamente a tutte immagini ( per esempio: sub,mare, relitto, immersione, fiori, ecc.), sempre utilizzando Adobe Bridge.
Passo poi sull’impostazione Meta Metadati/iptc core nella quale ci sono i dati dell’autore e altre informazioni che possiamo inserire.
Personalmente applico la stato del copyright scegliendo coperto da copyright ed applico
le modifiche.
Inserisco comunque preventivamente le note sul copyright sulla fotocamera.
Successivamente, seleziono tutte le immagini sempre in Bridge e rinomino in Batch tutto
il contenuto della cartella applicando una sigla seguita da un numero es:
Capraia _1 ecc…
Quando ho organizzato tutte le cartelle, le masterizzo su dvd senza alcuna modifica di post produzione e le trasferisco su due hard disc separati.
Solo dopo aver verificato i relativi salvataggi, su dvd e sugli HD, li cancello dall’hd interno del pc e formatto
le schede fotografiche.
Per finire  inizio il lavoro di post produzione. 􀀀